Cancro: la prevenzione è soprattutto a tavola
Cancro: la prevenzione è soprattutto a tavola

Cancro: la prevenzione è soprattutto a tavola

Il 4 febbraio, è la giornata mondiale del cancro. Per questo ho pensato di parlare dell’impatto che una sana alimentazione può avere anche sulla prevenzione del cancro.

In generale gli studi epidemiologici hanno dimostrato che un’alimentazione ricca di grassi e proteine animali favorisce la comparsa della malattia, mentre la preferenza per gli alimenti ricchi di fibre, vitamine e oligoelementi, come cereali integrali, legumi e verdure, sembra avere un effetto protettivo.

Verdure sempre, frutta meno spesso

Insalata di radicchio, arancia, finocchio e noci, depurativa e antiossidante

Per questo occorre portare a tavola almeno cinque porzioni di frutta e verdura al giorno.

E’ importante privilegiare la scelta di cereali e derivati ( pane, pasta) integrali e

di abbinarli spesso ai legumi. Il buon piatto della tradizione italiana, la pasta con fagioli, è un’ottima fonte proteica vegetale, alternativa alle proteine animali e povera di grassi.

Anche la soia e i suoi derivati (farine, tofu, miso, latte) sono protettivi verso i tumori. La presenza di isoflavoni, sostanze che assomigliano agli estrogeni, ne prendono il posto sui recettori delle cellule, con il risultato di ridurre il rischio di tumore al seno nella donna e alla prostata nell’uomo.

Secondo uno studio della Harvard Medical School di Boston (USA), ogni 5 gr in più di fibre – in particolare le fibre dei cereali integrali – al giorno corrisponderebbe il 22% di probabilità in meno di morire di tumore al colon-retto e del 16% di altre patologie.

Nella frutta e nella verdura, oltre alle fibre, troviamo anche vitamine  e altre componenti dal potere antiossidante, come la vitamina C e la vitamina E, i folati, i carotenoidi, il selenio e lo zinco, capaci di neutralizzare i radicali liberi dannosi per l’organismo. Ricorda però che non devi esagerare con la frutta, contiene fruttosio. Una dieta ricca di zuccheri, favorisce l’infiammazione.

Pesce, un bene prezioso

Non dimentichiamo il forte potere antinfiammatorio degli omega-3, di cui è ricco il pesce, soprattutto il pesce azzurro e il salmone, ma anche i semi di lino, l’olio di canapa, le noci, etc. Meglio consumare una porzione in più di pesce e di legumi, rispetto alla carne, che non dovrebbe essere consumata più di due-tre volte la settimana.

Meglio frutta e verdura o gli integratori?

I risultati sugli effetti degli integratori hanno deluso chi sperava di sopperire con una pillola un’alimentazione sana: non solo l’effetto non è altrettanto benefico, ma in molti casi si è rivelato controproducente, aumentando, invece di diminuire, il rischio di sviluppare alcuni tumori.

I meccanismi d’azione non sono ancora noti ma sembra che solo gli alimenti possano veicolare i nutrienti, espletandone l’effetto positivo.

Per questo è importante puntare su un’alimentazione fresca e variata piuttosto che sull’acquisto di integratori.

Cibi da ridurre

E’ ormai noto a tutti che da evitare sono soprattutto le carni rosse e grasse (manzo, maiale e agnello) e quelle lavorate a livello industriale, oltre a quelle conservate nel sale come i salumi. Il consumo frequente di carni rosse mette a rischio soprattutto l’intestino, ma possono compromettere anche altri distretti come, ad esempio, la vescica o lo stomaco.

Anche la presenza di specifiche sostanze nel cibo favoriscono lo sviluppo della malattia. Vediamo alcuni esempi:

  • nitriti e i nitrati, utilizzati per la conservazione dei salumi, sono associati al tumore dello stomaco. In Italia, infatti, questa malattia è più diffusa nelle regioni in cui il consumo di questi prodotti è maggiore;
  • le aflatossine delle muffe che liberano tossine. I cereali sono i vegetali più colpiti e il mais è in assoluto quello maggiormente soggetto alla contaminazione. Anche i legumi, le arachidi, le noci, le mandorle, il cacao e gli altri semi possono contenere aflatossine, così come le spezie e i prodotti derivati da materie prime contaminate (oli vegetali, farine, birre, ecc.) e mal conservati. In alcuni Paesi in via di sviluppo le aflatossine sono responsabili di una quota rilevante di tumori del fegato.

Non dimentichiamo che, in generale, tutti gli alimenti processati sono da evitare. Basterebbe seguire il “Principio della semplicità”, mangiando alimenti di base (cereali, carne, pesce, uova, verdure, frutta) non elaborati, precotti, confezionati e a lunga conservazione. Per esempio, meglio mangiare una mela che una purea industriale, meglio uno yogurt bianco naturale che uno dolcificato, meglio le verdure fresche che precotte e/o surgelate, etc.

Qualità ma anche quantità

Molte sono le ricerche sul legame tra il cancro e l’obesità , tanto che gli esperti dell’International Agency for Research on Cancer (IARC) ritengono che dall’eccesso di peso, conseguenza di un’alimentazione sbilanciata e dalla scarsa attività fisica, possa dipendere dal 25 al 30 per cento di alcuni dei tumori più comuni, come quelli del colon e del seno.

Obesità e cancro

Il sovrappeso e l’obesità, oltre ad essere stati associati al tumore al colon, si è visto aumentare la probabilità, rispetto a chi ha un peso normale, di ammalarsi al rene e all’esofago. Le donne, dopo la menopausa, hanno un rischio aumentato al seno e alla superficie interna dell’utero, l’endometrio.

Studi recenti suggeriscono che l’obesità potrebbe quadruplicare il rischio di sviluppare un cancro al fegato e che al peso del paziente può corrispondere la dimensione del tumore alla prostata e la sua aggressività. Infine sono stati segnalati legami anche con il tumore al pancreas, alle ovaie, alla colecisti.

Talvolta la taglia non incide solo sul rischio di ammalarsi, ma anche sull’andamento della malattia stessa. Al contrario, una riduzione del peso corporeo anche solo del 5-10 per cento e un incremento dell’attività fisica possono produrre effetti positivi.

Mantenersi nell’intervallo del normopeso può essere uno dei migliori comportamenti in grado di prevenire il cancro.

Fonte AIRC

 

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