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La Vitamina D è uno tra i macronutrienti più studiati negli ultimi anni, considerando la sua scarsa presenza negli alimenti e la necessità di correggere le carenze con integratori alimentari.
Studi epidemiologici hanno evidenziato come la carenza di questa vitamina sia molto frequente.
Cos’è la vitamina D?
Per vitamina D si intende un gruppo di pro-ormoni liposolubili (si scioglie nei grassi) costituito da 5 diverse vitamine, dalla D1 alla D5.
Di nostro interesse sono la vitamina D3 (colecalciferolo), derivante dal colesterolo e biologicamente inattiva.
La vitamina D3 deve subire due reazioni di idrossilazione, prima a livello epatico e poi renale, per essere trasformata nella forma biologicamente attiva, il Calcitriolo.
La vitamina D ottenuta dall’esposizione solare o attraverso la dieta è nella forma biologicamente non attiva e viene successivamente processata.
A cosa serve?
La vitamina D attiva è indispensabile per il mantenimento del bilancio del calcio.
Le ghiandole paratiroidi rilevano i livelli serici del calcio e liberano l’ormone parotideo (PTH) quando il calcio cala troppo. L’aumento del PTH, attiva un “allarme” che stimola la produzione di Calcitriolo e, di conseguenza, aumenta l’assorbimento del calcio a livello intestinale, un maggiore riassorbimento di calcio renale e una mobilizzazione del calcio dalle ossa nel caso in cui il calcio alimentare fosse insufficiente a mantenere buoni livelli di calcio nel sangue.
La vitamina D attiva è importante anche per il Sistema Immunitario: numerosi studi affermano come la vitamina D aumenti l’immunità innata diminuendo il rischio di sviluppo dell’autoimmunità
Prevenire le patologie con la Vitamina D
Numerosi sono ormai gli studi che affermano il ruolo della vitamina D nelle prevenzione e regressione di patologie. Vediamone insieme alcune:
L’osteoporosi: seppur una malattia multifunzionale, la carenza di vitamina D contribuisce in modo determinante allo sviluppo dellapatologia
Diabete I, scelrosi multipla (SM)e artrite reumatoide (AR): uno studio partito nel 1996 ha evidenziato come bambini trattati nel primo anno di vita con vitamina D abbiano avuto un rischio di sviluppare diabete di tipo I, SM e AR
Cancro al colon retto: un alto livello di vitamina D è associato con un minor rischio di cancro del colon-retto con una reazione immunitaria intensa.
Proprietà cardioprotettive: studi epidemiologici dimostrano come un apporto inadeguato di vitamina D sia associato a un rischio raddoppiato di infarto rispetto ai soggetti con apporto adeguato della vitamina. Probabilmente la vitamina D modula il sistema renina-angiotensina, implicato nella regolazione della pressione sanguigna.
Qual è il fabbisogno?
Il fabbisogno medio è di 10 μg/die, l’assunzione raccomandata per la popolazione (PRI) 15 μg/die.
Fattori di rischio carenza vitamina D
La carnagione scura, a seguito dell’esposizione al sole, sintetizza meno vitamina D rispetto la carnagione chiara. Il rischio aumenta se si vive in zone lontane dall’equatore.
L’invecchiamento: con l’età si produce meno vitamina D, anche in virtù di una minore esposizione al sole (si esce meno)
Malattie infiammatorie intestinali come il Morbo di Chron
L’obesità: il grasso in eccesso funge da freno all’assorbimento della vitamina D liposolubile
Dove si trova la vitamina D?
L’alimento più ricco è l’olio di fegato di merluzzo (250 μg/100 gr). Lo troviamo come supplemento alimentare come olio (il sapore però non è molto gradevole) oppure in capsule, più pratiche e insapori.
Tra il pesce fresco, quello più grasso contiene più vitamina D: aringa (30 μg/100gr), sgombro, anguilla, tonno fresco, salmone (17μg/100 gr)
Il tuorlo d’uovo ne contiene circa 2 μg/100 gr
I funghi: ad esempio i finferli fino a 5 μg/100 gr
I formaggi molto poco, circa 0,5 μg/100 gr
Spero di aver fatto chiarezza sull’importanza di questa vitamina essenziale per la nostra salute.
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