Dimagrire con prodotti senza glutine si può?
Dimagrire con prodotti senza glutine si può?

Dimagrire con prodotti senza glutine si può?

Spesso mi succede di seguire persone con intolleranze o allergie al glutine che hanno seri problemi digestivi e anche con la bilancia.

Ma cos’è il glutine?

Magari già lo sai, ma te lo ripeto. Il glutine è una proteina presente nel grano e altri cereali (farro, orzo, segale, kamut). Conferisce caratteristiche particolari nei processi di trasformazione (pastificazione, panificazione) generando alimenti molto gradevoli al palato perché mantendono bene la cottura, per la pasta, oppure lievitano bene, per il pane, pizza e dolci.

E’ utilizzato dall’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica come additivo, insomma è ovunque.

Il glutine è diventato il problema un po’ di tutti ma non tanto perché noi siamo diventati più sensibili, quanto per l’aumentata assunzione di glutine negli ultimi 30-40 anni, dovuto sia alla presenza costante come additivo in quasi tutti i prodotti industriali, sia ai grani selezionati negli anni con maggior glutine, per avere una resa maggiore del prodotto.

La corsa al gluten free

Per le allergie al glutine, l’unica soluzione è non assumere glutine. Generalmente alla notizia che siamo intolleranti al glutine, corriamo subito al reparto Gluten Free del supermercato e delle farmacie, sostituendo pane, biscotti, pasta con prodotti simili ma senza glutine e, voilà, il gioco è fatto. L’intolleranza non c’è più ma…frequentemente accade che restino o si presentino ex novo  fastidi digestivi e che il peso sulla bilancia vada su.

Il peso va suDimagrire con prodotti senza glutine si può?

Spesso i prodotti industriali senza glutine sono composti da molti ingredienti che servono per rendere gradevole al palato il prodotto e il più simile possibile al fratello col glutine, visto che, la mancanza del glutine, rende difficile la pastificazione e la panificazione.

Quali sono questi ingredienti?

Un cane che si morde la coda

Gli alimenti troppo elaborati e ricchi di zuccheri favorisco il generarsi di un circolo vizioso:

  • aumenta la fame, mangi di più gli alimenti Senza Glutine, alteri la flora batterica, favorisci l’infiammazione, affatichi gli organi, la bilancia va su e anche il grasso viscerale (addominale).

Ecco perché non è sufficiente cambiare reparto del supermercato.

Cosa fare?

  1. Per prima cosa devi sapere che se hai scoperto di essere intollerante al glutine probabilmente hai una bella infiammazione del tuo intestino.
  2. Bisogna lavorare sul ridurre l’irritazione intestinale attraverso il cibo.
  3. Se riduci l’infiammazione intestinale, favorisci anche il miglioramento della funzionalità di tutti gli organi, col risultato di maggiore disintossicazione e dimagrimento.
  4. Bisogna fare pulizia del superfluo affinchè il corpo si depuri.
  5. Generalmente, con un progamma adeguato, già in 4 settimane si hanno benefici importanti.
  6. Senza glutine si ma scegliamo gli alimenti più adatti alle nostre esigenze.

 

Non basta eliminare il glutine per migliorare la propria salute.

 

 

Foto: freepik

 

 

 

 

 

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bruciore
La primavera risveglia il bruciore di stomaco e il reflusso: farmaci o alimenti?

Con la primavera si risveglia la natura, clima più mite ma variabile, prati ed alberi in fiore, il risveglio degli animali dopo l’inverno.

Succede, però, che con il cambiare delle stagioni, il nostro corpo sia più fragile ed esposto ai malanni. Uno tra i sintomi che generalmente peggiora in questo periodo, è il bruciore di stomaco (pirosi gastrica) e, per chi ne soffre, il reflusso gastroesofageo (RGE) e l’ulcera peptica, dovuto ad un aumento dei succhi gastrici acidi prodotti dallo stomaco (acido cloridrico).

Perché in primavera?

L’aumento primaverile dell’acido cloridrico è un retaggio evolutivo: l’uomo primitivo non si alimentava frequentemente in inverno, per cui l’organismo riduceva la secrezione gastrica acida per proteggere le pareti dello stomaco a seguito di lunghi digiuni. In primavera, tornando ad alimentarsi con maggiore frequenza, la secrezione gastrica aumentava.

Con l’aumento delle ore di luce, aumenta anche la formazione dell’ormone cortisolo, la cui azione però limita la peristalsi intestinale (le contrazioni involontarie dello stomaco e dell’intestino) che favoriscono la digestione. Il cortisolo poi predispone ad ansia e sbalzi d’umore, che portano talvolta inappetenza e dispepsia (difficoltà digestive).

I problemi digestivi e il bruciore sono più accentuati nelle persone con cattive abitudini invernali:

  • maggiore sedentarietà
  • alimentazione meno curata e più ricca di grassi
  • assunzione di troppi caffè, tè, cioccolata
  • assunzione frequente di alcoolici.

Condizioni queste che possono irritare la mucosa dello stomaco, rendendola più sensibile agli acidi gastrici.

Rimedi: meglio i farmaci o l’alimentazione?

Dipende. In linea di massima, i farmaci utilizzati nella gastrite e nell’ulcera, IPP (Inibitori della Pompa Protonica, amichevolmente chiamati “Gastroprotettori”), sono insostituibili nella gestione delle malattie da iperacidità e i benefici complessivi della terapia sulla qualità della vita superano i potenziali danni da effetti colaterali.

Tuttavia, l’associazione dei gastroenterologi italiani (AIGO), la sociatà italiana di farmacologia (SIF) e la federazione italiana Medici di medicina generale (FIMMG) hanno evidenziato come oltre il 43% delle prescrizioni di IPP sia inappropriato e fuori le indicazioni AIFA.

Quando e come dev’essere prescritto un IPP?

  • Un gastroprotettore (IPP) va utilizzato sotto indicazioni mediche appropriate e solo dopo aver modificato le abitudini alimentari e di stile di vita (es. non coricarsi dopo i pasti).
  • Il dosaggio deve partire dalla dose efficace più bassa
  • Il periodo di utilizzo, il più breve
  • Un trattamento a lungo termine va rivalutato periodicamente dal medico curante
  • Per la malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) generalmente viene somministrato per un mese, salvo la non risoluzione del problema.

Cosa provocano gli IPP nel lungo periodo?

IPO-ACLORIDRIA

Un ph più alto riduce l’effetto barriera dello stomaco. L’acidità dello stomaco è una protezione naturale del corpo contro le infezioni. L’uso continuativo e non controllato dei Gastroprotettori ci espone a:

  • Maggiore suscettibilità a polmonite negli anziani (infezione o sintomi da MRGE?)
  • Aumentata suscettibilità a infezioni enteriche (salmonella, Listeria, Camp. J. etc.).
  • Crescita eccessiva batterica intestinale (SIBO). SIBO effetto collaterale degli IPP ben documentato in letteratura.
  • Il prolungato e non controllato uso di antiacidi può favorire la comparsa di tumori gastrici e non gastrici.

 

MALASSORBIMENTO

  • Indigestione: alcuni nutrienti (es.proteine) vengono digeriti a determinati ph. La riduzione dell’acidità non favorisce la digestione e l’assorbimento di nutrienti

L’uso continuo provoca il malassorbimento di:

  • Ferro (anemia)
  • Calcio (aumento delle fratture anca, polso, vertebre)
  • Magnesio (assunzione cronica (> 1 anno) di un inibitore di pompa di protonico e l’uso concomitante di diuretici, letargia, tremori, tetania, convulsioni e aritmie)
  • Vitamina B12 (Debolezza, fatica, mancanza di fiato, formicolii alle estremità, perdita di memoria o difficoltà cognitive, difficoltà di deambulazione a causa di problemi di equilibrio, allucinazioni, anemia, pallore, etc.).

 

ASSE CERVELLO-MICROBIOTA-INTESTINO

E’ ormai nota e sempre più studiata la stretta relazione che c’è tra cervello e intestino (microbiota) e l’influenza reciproca per il mantenimento di un equilibrio psico-fisico.

Il microbiota ha un ruolo di fondamentale importanza nei comportamenti depressivi e di ansia.  Il rapporto bidirezionale appare evidente se si considera che ansia e stress sono causa di disordini del tratto GI, e, a loro volta, i sintomi intestinali possono determinare stati di ansia.

Persino nell’autismo e nel Parkinson è stata trovata una relazione con alcune popolazioni di batteri intestinali (Aumento del rapporto Firmicutes/Bacteroidetes, alti livelli di anaerobi facoltativi Escherichia/ Shigella e Candida)

Un microbiota alterato, attiva il sistema immune, conducendo a un eccessivo rilascio di TNF-α e altre citochine. Queste sostanze aumentano la permeabilità intestinale, cronicizzando l’attivazione del sistema immune e dell’infiammazione. Le citochine a loro volta sono in grado di influenzare la funzione cerebrale e favorendo comportamenti depressivi.

E’ evidente come l’uso non controllato di questi farmaci possa determinare effetti avversi da non sottovalutare.

Soluzioni: parti dall’alimentazione

Per contrastare bruciore e pesantezza di stomaco è bene valutare come si mangia.

Ecco alcune pratiche utili per ridurre il bruciore di stomaco. Evita:

  • Il consumo di grassi di origine animale come burro, uova, latticini e le carni grasse
  • Insaccati, alimenti sotto sale e in salamoia
  • Piatti elaborati, fritti, di lunga cottura, pietanze a base di panna e i piatti pronti
  • I cibi piccanti e le spezie piccanti
  • L’aglio, la cipolla
  • La cioccolata, la liquirizia, la menta, il caffè, gli alcolici, i succhi di frutta freschi e confezionati
  • Sughi e brodo di carne
  • Le gomme da masticare e gli alimenti industriali con la dicitura “senza zucchero”, “light”, “Zero”

Altre indicazioni utili per la riduzione del bruciore

  • Non coricarti e non metterti in potrona dopo i pasti: favorisci il reflusso sia perché disteso, sia perché la postura sbagliata favorisce il reflusso
  • Fai due passi dopo pranzo e cena. Studi dimostrano che un’attività leggera, come la camminata, favorisce la digestione perché agisce positivamente sulla peristalsi intestinale, scarica la tensione, aumenta il dispendio calorico e riduce i sintomi di reflusso.
  • Mangia lentamente e riduci le porzioni
  • Sorseggia poca acqua durante i pasti
  • Un bicchiere, non di più, di camomilla dopo i pasti aiuta la digestione.

 

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